La celebre e rinomata oliva Taggiasca
Storicamente anche denominata Tagliasca, Pignola d’Oneglia, Giuggiolina, è, ad oggi, l’oliva edule più nota presente sul mercato.
La sua forza sta nella versatilità, essendo al contempo una oliva da mensa, che può presentarsi in salamoia, denocciolata o sottoforma di patè di olive o, esprimendo tutto il suo potenziale e la sua ricchezza se trasformata in olio extravergine.
E’ la cultivar più diffusa in tutta la regione
Il 98% dell’olio prodotto in Liguria viene ottenuto da olive taggiasche.
L’oliva Taggiasca è una varietà a maturazione tardiva e non simultanea,
fatto che la rende raccoglibile sino ad inverno inoltrato.
L’olio ottenuto dalla taggiasca
Si presenta di colorazione tra il giallo paglierino e l’oro chiaro, dal profumo delicato ed intenso e risulta al palato di una delicatezza straordinaria, con aromi intensi di mandorla e di pinolo.
La qualità Taggiasca ha sempre incontrato il favore dei contadini liguri non solo perché ha una resa in olio superiore rispetto ad altre cultivar liguri (dal 22 al 26%), ma anche perché fornisce un olio squisito e delicato, che incontra il favore dei più.
L’unico difetto che si può attribuire all’oliva taggiasca è di essere una facile preda della “mosca olearia” e più soggetta a vicissitudini atmosferiche di altre cultivar, in particolare delle temperature rigide.
L’albero di oliva taggiasca
Può raggiungere, se non potato, anche 12/13 metri di altezza, con chiome molto ramificate. Esso ama l’esposizione a mezzogiorno.
I rami sono divergenti e ricurvi, i ramoscelli hanno la tendenza ad assumere un aspetto pendulo in conseguenza del peso del frutto, da qui il nome di “pendane”.
Il frutto, chiamato drupa dell’olivo, è oblungo, di dimensioni medio-piccole con buccia sottile dalle innumerevoli sfumature di colore.
È stato calcolato in tempi recenti che per mettere a dimora un olivo Taggiasco in Liguria siano necessarie tredici giornate lavorative comprese di: costruzione di un muro di contenimento, scavo di pietrame, trasporto del materiale, lavorazione e preparazione del terreno.
L’oliva Taggiasca si misura con dei parametri speciali
L’oliva Taggiasca ancora oggi si misura con dei parametri speciali, non utilizzati in altre parti di Italia, il che la rende ancora una volta un unicum:
“la quarta” che corrisponde a 12,5 kg di olive
“lo staio” che corrisponde a due quarte, cioè 25 kg di olive
“la gombata” che corrisponde a dieci quarte, cioè 125 kg di olive
Per la prima volta nel 1997 si è ottenuta una difesa dell’olio prodotto da questa meravigliosa oliva, con l’istituzione della Denominazione di Origine Protetta legata alla produzione dell’olio extravergine di oliva Taggiasca, denominato DOP Riviera Ligure Riviera dei Fiori.
La Liguria vanta quindi, ad oggi, il primato di essere stata la prima regione in Italia ad aver ottenuto il riconoscimento europeo di denominazione di origine protetta (D.O.P.) per la sua produzione di olio.